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“Cercasi operaio”. La Russia dice addio al mito del proletariato.

Per i puristi di sinistra sono in arrivo nuovi dolori. Chi è rimasto deluso dai Pantheon e dalle rievocazioni di preti e chierichetti dei candidati delle primarie del nostro centrosinistra dovrà fare i conti con altre delusioni in arrivo proprio dalla Madre Russia. Anche qui, ormai, gli operai, simbolo del comunismo che fu e della retorica della Rivoluzione, fanno capolino solo da qualche affiche d’epoca.

Pare infatti che nella Federazione nessun giovane voglia più fare lavori manuali o di fatica. A confermarlo c’è anche una campagna pubblicitaria, diffusa tramite spot tv e manifesti. L’ha firmata il governo, ma di istituzionale ha ben poco. Le protagoniste sono ragazze bionde e sinuose, vestite con una tuta da operaio in versione sexy e armate di trapano o occhiali da saldatore. Ammiccano implorando “Ho urgente bisogno di un muratore”. Ovviamente esistono anche le versioni con appelli a falegnami, idraulici e carpentieri.

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Le Pussy Riot non sono icone Pop

Due settimane fa la copertina di Der Spiegel, da venerdì quella di Internazionale. In mezzo tanti,tantissimi articoli e servizi tv. I Media occidentali, ma non solo, continuano a parlare delle Pussy Riot. In poco tempo le tre ragazze punk sono diventate icone della libertà di espressione, ma anche nuovi simboli mediatici. Molte rock star internazionali hanno solidarizzato con loro, qualcuna forse più per posa che per convinzione. Come Sting, che dopo aver lanciato appelli pro Pussy Riot, si e’ messo a cantare, dietro lauto compenso per l’anziana sorella del numero uno di Gazprom Alisher Usmanov. Il concerto, privatissimo, è avvenuto in una villa esclusiva in Sardegna, qualcuno dice anche alla presenza di Silvio Berlusconi.

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Russia, iconografie della vittoria dalle celebrazioni del V-Day

Oggi la Russia e i Paesi dell’ex Unione Sovietica celebrano il V day, il giorno della vittoria sui nazi-fascsti nella Seconda Guerra Mondiale. La ricorrenza arriva a due giorni dalla terza incoronazione di Vladimir Putin al Cremlino e a tre giorni dalla manifestazione, contraddistinta da violenti scontri e arresti, del movimento anti-governativo formatosi lo scorso […]

Iconografie Pasquali, dai penitenti all’ Haggadah, ai lavoratori Wagon Lits

Tra le iconografie più suggestive della Pasqua Cristiana c’è quella del Venerdì Santo e delle processioni dei “penitenti”. Qui uno scatto che arriva da Zamora, in Spagna. Anche in Italia molti riti della Passione di Cristo uniscono il folklore alla fede.  Il simbolo della Pasqua ebraica, che quest’anno ha coinciso con quella cristiana ed è […]

Il gatto Dorofei torna al Cremlino e su Twitter spopola “lo riferirò a Vladimir”

Il mondo può tirare un sospiro di sollievo per il ritrovamento di Dorofei, il gatto di Dimitrij Medevedev, dato per disperso qualche giorno fa a mezzo Twitter. Il felino è tornato a casa e il caso ha talmente “scosso” la Russia che il sito di Radio Free Europe inserisce ironicamente la notizia tra i “flash” (http://www.rferl.org/content/russian_presidents_cat_not_missing/24530486.html).

Il gatto Dorofei

Il gatto Dorofei

Ma per un tormentone digitale che se ne va, #KotDorofei è diventato trend su twitter in poche ore, ce ne è un altro che continua a spopolare. Si tratta del “lo riferirò a Vladmir” detto da Medvedev, convinto che i microfoni fossero spenti, durante un incontro con Barack Obama.

"Non è molto, ma lo trasmetterò a Vladimir"

"Non è molto, ma lo trasmetterò a Vladimir"

Il capo, ancora per poco, del Cremlino ha risposto zelante al presidente Usa che promette più spazio per le negoziazioni sullo scudo antimissile dopo la sua rielezione. Sul social media dei 140 caratteri, grazie all’input del blogger dissidente Alexey Navalny, si è scatenata la fantasia. Qualcuno posta la foto di una bomba con scritto “consegnare a Vladimir”, altri innocui palloncini, qualcuno addirittura l’effige del patriarca Kiril.

Le “consegne” più belle raccolte dal sito Buzz Feed 

San Pietroburgo, duemila persone in piazza contro Putin mentre l’icona Pop Madonna combatte le leggi omofobe

Quasi 2 mila persone sono scese oggi in piazza a San Pietroburgo per protestare contro il terzo mandato di Vladimir Putin. Gli slogan erano gli stessi sentiti anche a Mosca, come ”Putin ladro!” e ”Russia senza Putin”. La manifestazione e’ stata organizzata dal partito Comunista, dal partito Democratico Yabloko e dal movimento di opposizione Solidarnost. Ma nella città degli Zar c’è anche qualcun’altro che protesta e si tratta, niente-di-meno-che, di Madonna, ancora nei panni della pasionaria. Questa volta non per interpretare Evita Peron, ma per schierarsi contro la legge omofoba, approvata qualche settimana fa a San Pietroburgo, che vieta di parlare di omosessualità su libri e giornali. “Combatterò per la libertà con il mio show e la mia musica”, ha fatto sapere la cantante.

La pagina Facebook di Madonna

L’icona del pop, ma anche icona gay tra le più apprezzate, promette dalla sua pagina Facebook di organizzare un concerto nella città russa il 9 di agosto e di “parlare a favore della comunita’ gay, per sostenerla e per dare forza e ispirazione a tutti quelli che sono o si sentono oppressi”.

La legge contro la “propaganda gay”è stata firmata dallo stesso Putin, dal governatore Poltavchenko e da altri ex ufficiali del KGB e vieta tassativamente ogni messaggio, libro, organizzazione o evento che si riferisca all’omosessualità e che possa “instillare ai minori la falsa percezione che relazioni tradizionali e non tradizionali siano socialmente equivalenti”.

Dopo l’approvazione, molti giornalisti e intellettuali hanno chiesto a grandi compagnie e personaggi celebri di boicottare la città. Infatti l’iniziativa della ex “material girl” non è stata poi così apprezzata. Il leader del movimento russo per l’orgoglio omosessuale Nikolai Alekseev ha annunciato che verranno tenute due proteste pubbliche durante l’esibizione della cantante.

Un’icona per le Pussy Riot

Sacro e profano, ancora una volta insieme, in linea con il loro stile. A Novosibirisk  è spuntato un poster con un’icona che raffigura una Pussy Riot, le femministe punk anti putinane. Due esponenti del movimento, Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alekhina, sono state arrestate lo scorso lunedì per una performance messa in scena nella Chiesa del Redentore a Mosca. Le contestatrici hanno intonato un canto contro Putin e contro il patriarca Kirill, capo della chiesa ortodossa russa.

L'icona delle Pussy Riot a Novosibirsk

Sabato scorso, durante le manifestazioni contro i brogli delle elezioni presidenziali, il loro avvocato ha parlato in piazza, assieme a molti leader dell’opposizione. Oggi a supportarle c’è anche questo nuovo manifesto che raffigura una donna, ritratta nella tipica posa delle icone sacre russe, ma vestita come una Pussy Riot: passamontagna viola e abito rosso.  Ha le braccia alzate, come aperte in preghiera, e un bambino appoggiato al pezzo. Sul ritratto non compare nessuna firma, ma una sigla: “FRDM PSRT”, abbreviazione dello slogan “Libertà per le Pussy Riot”.

Per ora nessuno conosce l’autore dell’opera.

Il primo a mostrare la foto della “nuova icona” è stato il sito kissmybabushka.com 

Immaginario Moscovita #5 Immagini dalle elezioni presidenziali

Vladimir Putin è il nuovo, si fa per dire, presidente di Russia. Guiderà la Federazione per i prossimi 6 anni, come aveva fatto dal 2000 al 2008. In mezzo un’esperienza da primo Ministro, grazie alla staffetta con l’eterno delfino Dimitij Medvedev. Volto “buono” e più ad uso occidente del potere russo. Putin ha vinto con […]

Immaginario Moscovita #4

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Satira o lode di Putin?