Quei ratti dei frontalieri. La campagna razzista della Svizzera
Se la Lega Nord italiana fa sempre discutere, la “cugina”ticinese non è da meno. In questi giorni ha lanciato una campagna, nata su internet ma già trasferitasi sui muri di tutta la Svizzera italiana con manifesti giganti, in cui i protagonisti sono dei ratti dal muso arcigno che divorano una forma di groviera. Fin qui niente di male, lo sappiamo tutti che i topi mangiano il formaggio, no? Peccato che i roditori, presentati con delle brevi schede, si chiamino Fabrizio, piastrellista diVerbania, Bogdan, rumeno sfaccendato e Giulio, italiano avvocato e con uno scudo sulla schiena con disegganti tre monti, per non lasciare dubbi sul cognome. Per i seguaci di un altro Giulio: Bignasca (fondatore della Lega dei ticinesi) i nemici giurati della svizzera sono loro. Accusati di rubare il lavoro agli operosi elvetici.
I leghisti ticinesi nel frattempo tergiversano, prendono le distanze dai manifesti incriminati, ma si augurano che il tema degli stranieri sia al centro della prossima campagna elettorale.
Il titolo della campagna è Bala i rat, ballano i topi, ed ha anche un sito internet completamente dedicato (www.balairatt.com), il suo ideatore si chiama Michel Ferrise dice di aver raccontato in modo originale una questione delicata come quella dell’immigrazione. Topi, per rappresentare qualche cosa che si ritiene spregevole. Non c’è che dire, pura avanguardia.
A Ferrise una bella lezione di creatività(vera), iconografia e iconologia. A noi italiani del nord un’altra lezione. A volte chi di razzismo ferisce di razzismo patisce.