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Se la politica diventa come la moda. Tricolore, blu e liste civiche, i trend delle elezioni 2013

Metti che poi, alla fine, la politica sia un po’ come la moda. Carrozzone, tante volte, lo e’già.

Basta aggiungerci un dettaglio, un po’ di colore e il gioco è fatto. Ci vogliono i trend di stagione.

E allora tra i must have per le politiche 2013 c’e innanzitutto il tricolore, possibilmente declinato in coccarda.

Tutti lo vogliono sul proprio simbolo. Dalla Scelta Civica di Monti, ai Fratelli d’Italia di La Russa, Meloni e Crosetto, passando per Gimapiero Samorì, il leader dei moderati in rivoluzione.

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Ci rinunciano solo Pierluigi Bersani e, per coerenza, Roberto Maroni, che non sceglie comunque simboli leghisti.

fratelli d'italia - logo

Nemmeno Antonio Ingroia, a dire il vero, si lascia tentare dal bianco rosso e verde. Per la sua Rivoluzione Civile  sceglie un omaggio ad una delle opere più iconiche di sempre: Il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo. Una fiumana di persone che marciano verso un luminoso avvenire. Un tempo era la celebrazione dell’ascesa di una nuova classe sociale, oggi di nuova classe politica. O almeno così promette il magistrato palermitano.

lombardia in testa

In questa stagione , poi, va tanto il blu. Il colore dei cieli immensi che fanno da sfondo ai primi piani dei candidati, “l’azzurro Italia” che ben s’intona ai simboli di partito.

Ma il vero cult di fine inverno, quello da avere al gran ballo del 24 febbraio, è “la lista civica” o perlomeno un po’ di “società civile”. Cosa sia, davvero, non si è ancora ben capito.

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Tutti uguali i look di questi partiti. Una volta c’erano fiori, animali, arcobaleni. Oggi solo simboli della Nazione. Tempi di sobrietà, di rigore, magari,  ma anche trasposizione di una classa politica vecchia, stanca e un po’ omologata. In tutto.

Perché per rinnovarsi , almeno dal punto di vista della comunicazione, non basta sbarcare su Twitter a un mese dal voto.

Pubblicato su Huffington Post il 12/1/2013

L’ultimo bacio dei Roberto di Lombardia e il primo post su l’Huffington Post

Da oggi molti dei post di questo blog si potranno leggere anche su Huffington Post. Per il “debutto” ho scelto di raccontare la storia di un manifesto di Sel Lombardia che immortala Roberto Maroni e Roberto Formigoni in un bacio appassionato. Un ringraziamento particolare ad Andrea Riscassi, attento osservatore, che mi ha incuriosito con questo poster, segnalato in uno dei suoi, tanti,  tweet.

“L’ultimo bacio, l’eroico coraggio di un feroce addio”. Così cantava qualche anno fa Carmen Consoli in una struggente canzone. Oggi l’addio, politico e non amoroso, se lo augurano gli esponenti di Sel Lombardia.

Da giorni Milano è tappezzata di manifesti che ritraggono un bacio provocatorio. A scambiarselo, ovviamente in un fotomontaggio, sono il segretario federale della Lega Nord Roberto Maroni e l’ormai quasi ex presidente della Regione Roberto Formigoni. Sotto di loro campeggia la scritta “Mai più Roberto”.

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Quei ratti dei frontalieri. La campagna razzista della Svizzera

Se la Lega Nord italiana fa sempre discutere, la “cugina”ticinese non è da meno. In questi giorni ha lanciato una campagna, nata su internet ma già trasferitasi sui muri di tutta la Svizzera italiana con manifesti giganti,  in cui i protagonisti sono dei ratti dal muso arcigno che divorano una forma di groviera. Fin qui niente di male, lo sappiamo tutti che i topi mangiano il formaggio, no? Peccato che i roditori, presentati con delle brevi schede, si chiamino Fabrizio, piastrellista diVerbania, Bogdan, rumeno sfaccendato e Giulio, italiano avvocato e con uno scudo sulla schiena con disegganti tre monti, per non lasciare dubbi sul cognome. Per i seguaci di un altro Giulio: Bignasca (fondatore della Lega dei ticinesi) i nemici giurati della svizzera sono loro. Accusati di rubare il lavoro agli operosi elvetici.

I leghisti ticinesi nel frattempo tergiversano, prendono le distanze dai manifesti incriminati, ma si augurano che il tema degli stranieri sia al centro della prossima campagna elettorale.

Il manifesto contro i frontalieri

Il titolo della campagna è Bala i rat, ballano i topi, ed ha anche un sito internet completamente dedicato (www.balairatt.com), il suo ideatore si chiama Michel Ferrise dice di aver raccontato in modo originale una questione delicata come quella dell’immigrazione. Topi, per rappresentare qualche cosa che si ritiene spregevole. Non c’è che dire, pura avanguardia.

A Ferrise una bella lezione di creatività(vera), iconografia e iconologia. A noi italiani del nord un’altra lezione. A volte chi di razzismo ferisce di razzismo patisce.