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La città che sale #12. Una giornata per scoprire la bellezza del Cimitero Monumentale

Il Cimitero Monumentale di Milano non è solo un luogo di dolore, ma anche di bellezza e di pace. Qui si trovano sculture che ripercorrono la storia dell’arte dell’ Ottocento e del Novecento. Esempi bellissimi degli stili più diversi: dall’Eclettismo al Simbolismo,passando per il Liberty, fino al Razionalismo e all’arte contemporanea di Lucio Fontana, Wildt, Manzù e dello studio BBPR. Qui riposano i personaggi che hanno fatto grande Milano. Da Alessandro Manzoni a Enzo Jannacci e Franca Rame. Ci sono i protagonisti della politica, della letteratura e dell’industria. Tutti riuniti in una Spoon River meneghina.

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Il Monumentale è uno di quei luoghi che, purtroppo, i milanesi si dimenticano di avere e che invece meriterebbe una visita. Passeggiando per i suoi viali si sente molto più facilmente parlare inglese o giapponese che italiano. Varrebbe  la pena di perdersi nella sua scultorea bellezza e scoprire un po’ di più della storia della città.

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Oggi, domenica 2 giugno, in occasione della giornata europea dei Musei a cielo Aperto, al Monumentale si tengono concerti, spettacoli teatrali e visite guidate. Qui il programma

Dieci anni dalla guerra in Iraq. Le icone del conflitto

Il 20 marzo 2003, alle 3.30 ora italiana, con un bombardamento di Baghdad, cominciava il secondo conflitto in Iraq. Oggi il quotidiano inglese The Guardian ripercorre la storia della guerra, segnata dalla contrapposizione tra George W.Bush e Saddam Hussein, attraverso le sue immagini più significative. Raccontano storie e, soprattutto, persone.

Qui il link alla gallery

Staff Sergeant Lonnie Roberts cries at a memorial service in Baghdad

“Viva la libertà” e viva la politica appassionata, ma educata

Nei giorni in cui la politica italiana mette in scena uno dei suoi peggiori spettacoli, nelle sale cinematografiche esce un film che racconta il declino e l’auspicata quanto – per noi – impossibile risalita di un onorevole. Si chiama Viva la libertà ed è diretto da Roberto Andò.

Racconta la storia di Enrico Oliveri, segretario del principale partito d’opposizione, in crisi per il calo di popolarità e l’imminente sconfitta elettorale. Una notte, dopo l’ennesima contestazione, Oliveri sparisce senza lasciare tracce. Tra gli esponenti del partito prendono corpo le ipotesi più disparate. Intanto il segretario Andrea Bottini e la moglie Anna, rimpiazzano Enrico con il fratello gemello: Giovanni Ernani, filosofo geniale, da poco uscito da una clinica psichiatrica.

Il protagonista è Toni Servillo, che in questa pellicola supera se stesso interpretando Enrico e Giovanni. Due facce di un’identica medaglia, la politica, che può essere stantia e pavida, oppure appassionata, dirompente, ma educata.

Continua a leggere su L’Huffington Post 

Da Israele i fiori ecologici che non appassiscono

Fiori colorati, gialli, rossi e blu, rallegrano le aiuole della riviera israeliana. Sono tantissimi, ma non profumano, perché non sono fiori veri. Sono fiori di materiale di scarto. A inventarli è stata la fantasia di Orly Rostoker, designer e insegnante. “Sognavo piante che potessero non appassire mai – racconta – così ho pensato di crearle con vecchi libri, carta e plastica. Mio padre mi diceva sempre che quello che per alcuni è uno scarto, per altri è un tesoro. Penso sia proprio questo il caso”.
Nella piccola impresa di Orly, la RB Green Design di Tel Aviv, lavorano anche persone disagiate e le tinture utilizzate per colorare i fiori arrivano da aziende in zone periferiche, dove le imprese hanno più difficoltà. Per far bene alla natura, ma anche alle persone.
Fiori_2“Non voglio che le mie creazioni siano semplicemente riciclo – spiega la Rostoker – ma che siano oggetti speciali. Visto che i miei fiori non appassiscono i clienti possono anche affittarli come addobbi per occasioni speciali e poi restituirli”.

3468_449972068372346_228306292_nLo scorso gennaio le creazioni floreali di RB sono state esposte alla Clean Tech, un’importante fiera israeliana dedicata alla Scienza e alla sostenibilità, e hanno rallegrato il locale temporary store Coca Cola di Tel Aviv. Ma Orly ha ancora un desiderio da realizzare: “Mi piacerebbe vedere una sposa con uno dei miei bouquet, sarebbe una grande soddisfazione”.

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Questo articolo è stato pubblicato su TgCom 24

Il bacio di Klimt tra le rovine della Siria impazza su Social. Non è un murales, ma photoshop

Da qualche giorno impazza su Twitter, e anche su altri social media, un’immagine evocative e poetica. Ritrae un palazzo siriano sventrato dalle bombe su cui è stato dipinto il bacio di Klimt.

In realtà nessuno è riuscito a riprodurre il celebre quadro nei quartieri devastati di Damasco. Si tratta di un fotomontaggio. Lo ha realizzato Tamam Azzam, artista siriano che da anni vive e lavora a Dubai e usa le sue opere per denunciare i conflitti e le emergenze sociali del suo Paese.

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La sovrapposizione tra grandi opere contemporanee e scenari di guerra è una serie che Azzam ha creato per “sottolineare il parallelo tra le più grandi conquiste dell’umanità e la distruzione che l’uomo è in in grado di infliggere. “Il Bacio’” mostra l’amore e il rapporto tra le persone, è l’ho contrapposto a un simbolo, come un muro distrutto, che rappresenta la capacità del popolo di odiare il regime“, come raccontato al blogger de Il fatto Quotidiano Shady Hamadi

L’artista siriano Tammam Azzam, costretto a fuggire a Dubai lo scorso anno per evitare il servizio riservista nell’esercito.

L’artista è stato costretto a fuggire lo scorso anno per evitare il servizio riservista nell’ esercito. Non crede che l’arte possa salvare la Siria, ma che, almeno, serva a mantenere la speranza di un futuro migliore.

#Barbie goes to #Israel, e pure io…

Il prossimo 30 gennaio al Kitsch Bar di Milano verrà presentato il progetto fotografico Barbie loves Israel. Una serie di scatti della bambola più famosa del mondo, e dell’immancabile fidanzato Ken, ambientati nei luoghi più belli di Israele. Da Gerusalemme a Tel Aviv, passando per il Mar Morto e le alture del Golan. I due vivono lontani, lei a Milano e lui a Mumbai, ma decidono di incontrarsi in Terra Santa.

Il progetto fotografico è stato curato da Enrico Pescantini e da Maria Giovanna Callea. Lui fotografo, lei stylist e copy, sono una coppia anche nella vita.

E lunedì in Israele ci andrò pure io, senza Ken, per provare a raccontare le elezioni politiche e tanto altro.

Stay Tuned!

Foto di Enrico Pescantini

Foto di Enrico Pescantini

Quando l’arte diventa #green. Due giovani artisti realizzano opere con rottami e cartelli stradali

Bianca Giommi e Matteo Filannino sono due quasi trentenni. Fanno coppia nel lavoro e nella vita. Lei è fotografa e pittrice, diplomata all’ Accademia di Belle Arti di Bologna. Lui artista autodidatta. Insieme realizzano opere d’arte ecologiche con materiali di scarto, creano installazioni e sculture persino con vecchi elettrodomestici e cartelli stradali.
TgCom24 ha intervistato Bianca per capire come si può unire la passione per l’arte all’amore per l’ambiente.

Quali sono le tappe principali della vostra carriera di artisti?
“Abbiamo cominciato realizzando installazioni e scenografie con materiali di recupero e esponendole nelle mostre collettive. Poi le nostre opere sono state presentate a Festival e Fiere dedicata all’ambiente come Pesarottama a Pesaro o Ecomondo a Rimini”.
Pesarottama 2011 Urban designPerché avete scelto di fare arte sostenibile?
“Oggi pensare green è di moda. Molti dicono di essere attenti all’ ambiente, ma spesso è solo una posa. In Italia la sensibilità verso i temi dell’ecologia non è ancora davvero sviluppata. Per noi, invece, è stata una scelta spontanea. E’ bello poter lavorare con materie che hanno già una lunga storia e un significato”.
Sonora, la seduta con parti di lavatrice

Quali materiali usate?
“Per la maggior parte delle opere utilizziamo scarti industriali, biciclette, oggetti di legno, pezzi di vecchi mobili, cartelli stradali, addirittura rubinetti o lavatrici usate. Dal 2011 Sider Rottami Adriatica, azienda che si occupa del recupero di rottami speciali, ci fornisce dei pezzi meravigliosi. Sarebbero materiali di scarto, ma per noi diventano preziosi. Rendono unici i nostri lavori”.

Sorriso
Gli acquirenti delle vostre opere sono persone attente all’ambiente o semplici appassionati di arte?
“Chi ci segue e compra le nostre opere è, nella maggior parte dei casi, una persona che ha a cuore l’ecologia e la sostenibilità, ma è anche affascinata dagli oggetti antichi”.
Avete un artista di riferimento? 
“Stimiamo diversi artisti, ma non abbiamo un riferimento particolare. Per noi l’ispirazione arriva soprattutto dai materiali che utilizziamo e dal mondo che ci circonda”.Realizzate anche pezzi con materiali tradizionali? 
“Io continuo l’attività di fotografa, che ovviamente non può avvalersi di materia riciclata, ma mi piace creare delle contaminazioni. Unire in un unico processo creativo arte, design e riuso. Stiamo preparando un laboratorio in un castello immerso nella natura a pochi chilometri da Milano. Sarà uno spazio per le nostre opere e per quelle di altri artisti. Vogliamo organizzare mostre e festival per promuovere una nuova idea di arte sostenibile”.
Pubblicato su Tgcom24 l’8/1/2013 

Le lampade di mio papà, Gino Sarfatti, alla Triennale di Milano

Mio papà avrebbe compiuto 100 anni questo settembre, sì sono una figlia tardiva, molto. Ho potuto conoscerlo per pochissimo tempo, ma la sue lampade, che illuminano gli ambienti in cui vivo, e non solo, me lo ricordano ogni giorno.

Dallo scorso 20 settembre, e fino al prossimo 11 novembre, la sua straordinaria opera è in mostra alla Triennale di Milano, grazie all’ottimo lavoro e alla determinazione di Marco Romanelli e Sandra Severi Sarfatti.

Chi può vada a visitarla, non solo perché si parla di mio papà, ma perché ci sono le origini del design italiano e un pezzo di storia del nostro Paese.

Mio padre, Gino Sarfatti, e le sue lampade in mostra alla Triennale di Milano

Qui le recensioni scritte da me per Articolo 21 e TgCom24, con un ringraziamento particolare a chi mi ha concesso questi spazi

Graffiti sui muri di Salonicco. Tra animalisti e anarchici

Graffiti sui muri di Salonicco. Qualcuno animlista, fotografato nel quartiere alternativo e progressista di Kastra’, altri anarchici. Il movimento libertario e’ molto forte in Grecia. Tra questi ne spicca uno con la provocatoria scritta “Gegen nazis”, che in un tedesco maccheronico significa “andatevene nazi”. Sarà rivolto agli estremisti di Alba Dorata o ai non più amati turisti tedeschi?

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Le Olimpiadi di Bansky #Londra2012

Sale la febbre per le Olimpiadi che cominceranno venerdì.  Tra pronostici e polemiche, dall’allerta terrorismo al mancato minuto di silenzio per le vittime di Monaco ’72,  Londra si prepara ad accogliere il più grande degli eventi sportivi.

Ad omaggiare i Giochi ci ha pensato anche Bansky, street artist di fama mondiale e di nascita britannica. Oggi ha pubblicato sul suo sito le foto di due nuovi murales a tema olimpico