La città che sale #12. Una giornata per scoprire la bellezza del Cimitero Monumentale
Il Cimitero Monumentale di Milano non è solo un luogo di dolore, ma anche di bellezza e di pace. Qui si trovano sculture che ripercorrono la storia dell’arte dell’ Ottocento e del Novecento. Esempi bellissimi degli stili più diversi: dall’Eclettismo al Simbolismo,passando per il Liberty, fino al Razionalismo e all’arte contemporanea di Lucio Fontana, Wildt, Manzù e dello studio BBPR. Qui riposano i personaggi che hanno fatto grande Milano. Da Alessandro Manzoni a Enzo Jannacci e Franca Rame. Ci sono i protagonisti della politica, della letteratura e dell’industria. Tutti riuniti in una Spoon River meneghina.
Il Monumentale è uno di quei luoghi che, purtroppo, i milanesi si dimenticano di avere e che invece meriterebbe una visita. Passeggiando per i suoi viali si sente molto più facilmente parlare inglese o giapponese che italiano. Varrebbe la pena di perdersi nella sua scultorea bellezza e scoprire un po’ di più della storia della città.
Oggi, domenica 2 giugno, in occasione della giornata europea dei Musei a cielo Aperto, al Monumentale si tengono concerti, spettacoli teatrali e visite guidate. Qui il programma
Da Israele i fiori ecologici che non appassiscono
Quando l’arte diventa #green. Due giovani artisti realizzano opere con rottami e cartelli stradali
Bianca Giommi e Matteo Filannino sono due quasi trentenni. Fanno coppia nel lavoro e nella vita. Lei è fotografa e pittrice, diplomata all’ Accademia di Belle Arti di Bologna. Lui artista autodidatta. Insieme realizzano opere d’arte ecologiche con materiali di scarto, creano installazioni e sculture persino con vecchi elettrodomestici e cartelli stradali.
TgCom24 ha intervistato Bianca per capire come si può unire la passione per l’arte all’amore per l’ambiente.
“Abbiamo cominciato realizzando installazioni e scenografie con materiali di recupero e esponendole nelle mostre collettive. Poi le nostre opere sono state presentate a Festival e Fiere dedicata all’ambiente come Pesarottama a Pesaro o Ecomondo a Rimini”.
“Oggi pensare green è di moda. Molti dicono di essere attenti all’ ambiente, ma spesso è solo una posa. In Italia la sensibilità verso i temi dell’ecologia non è ancora davvero sviluppata. Per noi, invece, è stata una scelta spontanea. E’ bello poter lavorare con materie che hanno già una lunga storia e un significato”.
Quali materiali usate?
“Per la maggior parte delle opere utilizziamo scarti industriali, biciclette, oggetti di legno, pezzi di vecchi mobili, cartelli stradali, addirittura rubinetti o lavatrici usate. Dal 2011 Sider Rottami Adriatica, azienda che si occupa del recupero di rottami speciali, ci fornisce dei pezzi meravigliosi. Sarebbero materiali di scarto, ma per noi diventano preziosi. Rendono unici i nostri lavori”.
“Chi ci segue e compra le nostre opere è, nella maggior parte dei casi, una persona che ha a cuore l’ecologia e la sostenibilità, ma è anche affascinata dagli oggetti antichi”.
“Stimiamo diversi artisti, ma non abbiamo un riferimento particolare. Per noi l’ispirazione arriva soprattutto dai materiali che utilizziamo e dal mondo che ci circonda”.Realizzate anche pezzi con materiali tradizionali?
“Io continuo l’attività di fotografa, che ovviamente non può avvalersi di materia riciclata, ma mi piace creare delle contaminazioni. Unire in un unico processo creativo arte, design e riuso. Stiamo preparando un laboratorio in un castello immerso nella natura a pochi chilometri da Milano. Sarà uno spazio per le nostre opere e per quelle di altri artisti. Vogliamo organizzare mostre e festival per promuovere una nuova idea di arte sostenibile”.
Le lampade di mio papà, Gino Sarfatti, alla Triennale di Milano
Mio papà avrebbe compiuto 100 anni questo settembre, sì sono una figlia tardiva, molto. Ho potuto conoscerlo per pochissimo tempo, ma la sue lampade, che illuminano gli ambienti in cui vivo, e non solo, me lo ricordano ogni giorno.
Dallo scorso 20 settembre, e fino al prossimo 11 novembre, la sua straordinaria opera è in mostra alla Triennale di Milano, grazie all’ottimo lavoro e alla determinazione di Marco Romanelli e Sandra Severi Sarfatti.
Chi può vada a visitarla, non solo perché si parla di mio papà, ma perché ci sono le origini del design italiano e un pezzo di storia del nostro Paese.
Qui le recensioni scritte da me per Articolo 21 e TgCom24, con un ringraziamento particolare a chi mi ha concesso questi spazi
Graffiti sui muri di Salonicco. Tra animalisti e anarchici
Graffiti sui muri di Salonicco. Qualcuno animlista, fotografato nel quartiere alternativo e progressista di Kastra’, altri anarchici. Il movimento libertario e’ molto forte in Grecia. Tra questi ne spicca uno con la provocatoria scritta “Gegen nazis”, che in un tedesco maccheronico significa “andatevene nazi”. Sarà rivolto agli estremisti di Alba Dorata o ai non più amati turisti tedeschi?