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Quella fascetta nera di Federica Pellegrini

Cosa fa Federica quando non nuota ormai lo abbiamo capito: prende e molla fidanzati, cambia allenatore, fa la testimonial, si dedica alla sovraesposizione mediatica.

E questo, di Federica, è il lato più antipatico. Quello della divetta bizzosa che si nega ai flash, dopo essersi concessa solo a quelli giusti, che polemizza con le compagne di squadre, con il sistema.

Poi c’è un’altra Federica, quella che, invece, nuota. In questa versione la sirenetta glamour, sempre un po’ imbronciata, lascia il passo alla ragazza tenace, alla fuoriclasse. Perché i veri campioni restano tali anche quando perdono.

E Fede di sconfitte ne ha conosciute parecchie. L’ultima, clamorosa, la scorsa estate alle Olimpiadi di Londra. “Troppa mondanità e pochi allenamenti, malignò qualcuno”. Ma questa tenace atleta di Spinea sa rendere onore a uno dei suoi tanti tatuaggi: un’araba fenice che rinasce dalle sue ceneri.

Riesce a farlo sempre in acqua, il suo elemento, l’habitat in cui fa emergere il lato umano, dove piange, ride, commuove e sorprende. Lo ha fatto anche ieri ai mondiali di Barcellona, quando ha deciso di gareggiare nei 200 stile libero. Non era la  specialità che aveva preparato, ma ha conquistato la medaglia d’argento.

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Ma il cuore della Pellegrini non si è visto solo in gara. Era anche in quella fascetta nera disegnata sul braccio per ricordare la tragedia del bus dell’Irpinia. “Abbiamo vissuto da Barcellona questa vicenda tragica, ha detto. Oggi è la giornata di lutto nazionale e mi sembrava giusto fare questa dedica. Non si poteva portare la fascia, allora l’ho disegnata sul mio corpo. Siamo lì con il cuore”.

Sorprende anche in questo Federica, abituata a scendere in vasca con il look curato nel minimo dettaglio: orecchini e unghie azzurre come la nazionale, come faceva ai tempi di Atene, quando incantò il mondo a soli 17 anni.

Ieri invece quel segno di dolore. Un’attenzione verso chi soffre, ma anche un modo per spostare l’attenzione da sé, dalla propria immagine, dal proprio, a volte piccolo, mondo di gossip e record. Un piccolo gesto, non a caso, fatto in acqua.

Perché Federica il meglio di sé, dal punto di vista sportivo e anche da quello umano, lo dà quando nuota.
Speriamo continui a farlo ancora a lungo, preferendo il blu delle piscine alle luci della ribalta.

Questo articolo è stato pubblicato su Huffington Post il 31 luglio 2013

Il tramonto dell’icona Pellegrini e la ribalta delle ginnaste

Niente bandiera, niente medaglia. L’ultima avventura olimpica di Federica Pellegrini si chiude senza bei ricordi. La sirenetta di Spinea, Argento ad Atene, Oro a Pechino e campionessa del mondo, se ne va da Londra con due miseri quinti posti. Aveva rifiutato, abbastanza sdegnosamente,  di portare il tricolore nella cerimonia d’inaugurazione dei Giochi per non stancarsi prima della gara. Ma il riposo non e’ bastato. Fede non è salita sul podio in nessuna delle sue gare. Delusione, rabbia e un po’di rimpianto per quella che, comunque, rimane una delle grandi campionesse dello sport italiano.

Federica Pellegrini a Londra

Si, è vero, negli ultimi tempi e’stata iper esposta. Troppi spot, dai Pavesini dell’ormai mitico”cosa fa Federica quando non nuota?” alle foto sexy per Yamamay, e troppo gossip. Mai amori furono più mediatici dei suoi. Quello con Marin, ma, soprattutto, quello con Filippo Magnini, altra grande delusione olimpica. Una sbornia di telecamere e copertine patinate che, forse, non ha giovato a Federica. La sua stella non brilla più. E’ normale, succede. Gli sportivi non hanno l’obiettivo della pensione, le loro carriere durano poco. Lo scettro di regina del nuoto femminile passa ad Allison Schmitt, neo vincitrice dei 200 stile libero. Stessa potenza della Pellegrini degli esordi, ma senza glamour.

Allison Schmitt, oro olimpico dei 200 s.l.

Chissà chi riuscirà a prendere il posto di Federica nell’immaginario collettivo nostrano? Magari le ragazze della ginnastica artistica, che ieri, per la prima volta, hanno portato l’Italia alla finale olimpica di questa specialità.

Carlotta Ferlito, stella Azzurra dell’Artistica

In squadra ci sono  l’ex campionessa del mondo Vanessa Ferrari e le protagoniste del reality “Ginnaste-Vite parallele” Carlotta Ferlito e Elisabetta Preziosa.
Quando, prima o poi, deluderanno le aspettative,  quelli che prima le osannavano,  rinfacceranno loro di essersi vendute alle telecamere ancor prima di diventare famose ?

Cerimonia di inaugurazione #Londra2012. Tra pop e futuro

Nella cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Londra c’era tutta l’iconografia inglese. La Regina, Mary Poppins, James Bond e Mr. Bean , con la colonna sonora di Beatles, rappresentati live anche da un ottimo Paul Mc Cartney, Rolling Stones, Sex Pistols e Amy Winehouse. Nello stadio olimpico sono risuonate persino le note dei Prodigy. A guardare l’immenso show ci si rendeva subito conto di come l’immaginario pop britannico sia poi quello di quasi tutto il mondo. Come a dimostrare che, anche in tempi di basso impero, il soft power è sempre cosa da anglosassoni. Ultimo baluardo di potere in tempi di recessione.

I giovani tedofori

 

Eppure l’ormai ex “Cool Britannia” ha dimostrato di essere ancora un paese con gli occhi puntati al domani. I tanto attesi ultimi tedofori erano sette giovani promesse dello sport inglese, indicate da altrettanti campioni britannici, in un simbolico passaggio di consegne. Niente star o reali, come in molti avevano pronosticato, ma il simbolo di un futuro, si spera, più radioso. L’Inghilterra sa ancora fare scuola, di pensiero.

Benvenuti alle Olimpiadi di #Londra 2012 in tutte le lingue del mondo. Tranne che in italiano

Mentre su siti e Tg impazza il dibattito su un’Europa unita almeno nello sport e con un unico medagliere agli imminenti giochi olimpici, il sempre attento blog collettivo Nomfup scova una mancanza in uno spot di Londra 2012. Nel video viene dato il benvenuto alle Olimpiadi in, quasi, tutte le lingue del mondo. Manca clamorosamente l’italiano. In tempi in cui lo spettro dell’esclusione, economica e monetaria, fa sempre più paura, questo lapus potrebbe sembrare un nero presagio…

Le Olimpiadi di Bansky #Londra2012

Sale la febbre per le Olimpiadi che cominceranno venerdì.  Tra pronostici e polemiche, dall’allerta terrorismo al mancato minuto di silenzio per le vittime di Monaco ’72,  Londra si prepara ad accogliere il più grande degli eventi sportivi.

Ad omaggiare i Giochi ci ha pensato anche Bansky, street artist di fama mondiale e di nascita britannica. Oggi ha pubblicato sul suo sito le foto di due nuovi murales a tema olimpico