La pancia, metaforica e reale, della politica italiana
Toni pacati, larghe intese, fair play, almeno apparente, tra vincitori e vinti, persino un ricambio generazionale che riaccendeva le speranze. Fino a qualche settimana fa la politica italiana sembrava vivere un’ inusuale, seppur breve, stagione di toni moderati. Da qualche giorno però la musica, per non dire il frastuono, è tornata quella di un tempo, quella a cui le nostre orecchie sono ormai più abituate. La politica è di nuovo emotiva, più di “pancia” che di testa, complice l’acceso dibattito sulla legge elettorale. In breve tempo ci sono stati ritorni, dimissioni, rotture e i toni si sono di alzati.
Ci sono Stefano Fassina e Gianni Cuperlo che mal sopportano le uscite del segretario Renzi, indiscusso protagonista e regista del dibattito attuale, e si indispettiscono al punto di preferire le dimissioni. C’è Silvio Berlusconi, l’Araba Fenice alla sua ennesima rinascita, che torna in scena, come sempre, da protagonista e provoca reazioni accese. Il Pd si spacca sull’incontro con Renzi, l’arrivo al Nazareno del Cavaliere viene salutato da lanci di uova.
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