Angela Merkel, la vittoria straordinaria di una leader normale

Andare al supermercato, soffermarsi tra gli scaffali, magari per scegliere il prodotto a miglior prezzo. Lo fanno tutti, anche le donne più potenti del mondo. Anche quando hanno appena concluso la campagna elettorale e si preparano a guidare per il proprio Paese per la terza volta.

Lo fa Angela Merkel, immortalata dal quotidiano spagnolo El Pais, mentre spinge il carrello della spesa, dopo l’ultimo comizio e con una delle sue ormai iconiche giacche.

La donna forte di Germania, e d’Europa, ha sempre contrapposto al suo potere politico un’immagine pubblica e un modo di comunicare molto semplice, pragmatico e a volte al limite del sottotono.

Guardando le foto delle sue vacanze a Ischia o sulle Dolomiti o la sua esultanza genuina, quasi goffa, durante le partite della nazionale, non viene subito da pensare a una leader, eletta da Forbes “donna più potente del mondo”, o alla prima e più giovane Kanzlerin della storia di Germania.

La scuola in cui ha tenuto una lezione sul Muro di Berlino, durante il 52esimo anniversario della costruzione era la sua cornice perfetta. La parte della professoressa è un ruolo che le calza a pennello. Usa spesso e volentieri il termine Hausaufgabe, cioè compiti a casa, da assegnare con rigore ai paesi europei dalle economie traballanti: Italia, anche, Spagna, Portogallo e Grecia, soprattutto.

Con loro è inflessibile e severa. Per molti spietata.

In patria, dove non a caso è stata ribattezzata Mutti, trasmette fiducia, è più incline alla ricerca del consenso e alla mediazione. Doti che saranno utili anche in una eventuale Große Koalition.

Partiva come favorita, ma in una campagna elettorale che si è scaldata solo all’ultimo non ha comunque brillato. Come già accaduto nel 2005 e nel 2009.

La Merkel è sicura, decisionista, alle parole preferisce i fatti. Da buona scienziata pondera tutto scrupolosamente. Non cerca di sedurre i mass media, non è un’abile oratrice, non graffia l’avversario.
Questa è la sua cifra, nella quotidianità come in politica, e fino a oggi ha funzionato.

Il terzo mandato ha bisogno di qualche cosa di più. Lo scenario politico tedesco è in parte cambiato e il Paese, giovane e sempre più multiculturale, non ha bisogno solo di stabilità, ma anche di nuove prospettive di occupazione, di un ruolo diverso in Europa e in politica estera.

Angela Merkel ha già un posto nella storia europea. È l’unica leader del vecchio continente ad essere stata riconfermata dopo la crisi economica e finanziaria e, con i suoi probabili 12 anni di governo, eguaglia persino la Lady di ferro Margareth Thatcher.

Per essere un capo di Stato davvero fuori dall’ordinario dovrà prendersi qualche rischio, dimostrare di sapersi evolvere, politicamente, ma anche nella comunicazione, e guidare la Germania verso un nuovo corso.

Pubblicato su Huffington Post il 23/9/2013

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